martedì 19 marzo 2013

La moda per 'donne che si amano'. Intervista senza filtri con Luigi Borbone





Carissime lettrici,
uno dei privilegi di chi fa il mio lavoro è quello di conoscere de visu artisti di grande genio e sempre più rara competenza e discutere di Arte direttamente con loro, attraverso una chiacchierata o un’intervista.
Ebbene, oggi vi parlerò di uno stilista romano che ho avuto il piacere di conoscere ed intervistare e che oramai ‘ha spiccato il volo’ oltre la Capitale seminando idee, innovazione e consensi anche all’estero.
Lui è Luigi Borbone.
Nato come studioso di architettura nonchè haute couturier, da circa sei mesi è approdato nella giungla concitata del Pret a Porter sigillando il suo esordio con la sua unconventional elegance che lo ha contraddistinto nell’Alta Moda.
Con la sua a/w 2013-2014 collection Luigi Borbone si è letteralmente superato; in un design concettuale e sperimentale che si nutre di  Art Déco, grafismo, contrasti di colore, lavorazioni laser, volumi 3D e dettagli dadaisti in ottone, la femminilità della linea Borbone riesce ad esprimersi in pieno: ironica, seducente, elegantemente fuori dalle righe.

Abiti scivolati e non strutturati si alternano a tuxedo e smoking, camicie dall’aspetto manish aggraziate da ricercatissime maniche a tulipano, a capi di pelle hard - rock e a romantici cappotti in pelliccia. I materiali sono nobili: i cady in seta comasca, le sete stampate su disegni ideati dal designer, i morbidi cachemire misti all’angora di Prato arricchiti da pellicce di Mongolia e volpi siberiane e il nuovo tessuto in jersey mixato a una percentuale di squba che dona una silhouette impeccabile grazie a un effetto “muta”. 
I colori per un inverno glamour firmato Luigi Borbone? Bianco - nero, bordeaux - burro - rosa, bronzo - verde acqua, bordeaux- nero, bianco - pasta – beige: colori ‘classici’ e, uno tempore, perfettamente compatibili con la maestosa essenzialità delle linee.

Ma adesso parliamone con lo stilista, facendoci svelare qualche segreto d’ispirazione della sua nuova collezione e della sua giovane moda pret a porter...

Luigi Borbone. Stilista, Provocatore, Sperimentatore. In quale di queste tre definizioni ti riconosci di più?
 Lo lascio definire agli altri;  non amo “attaccarmi” un’ etichetta per cadere in banalità e limiti.
Sono alla ricerca del mio stile e a livello di mercato, sono ancora un  giovane designer per potermi permettere di dire chi sono.
Posso dirti però dove tende la mia direzione creativa: mi piace creare abiti intrisi di un sottile savoir faire onirico permeato di ironico simbolismo, eleganza estrema e maestosa bellezza.

  La tua arte e il tuo stile approdano nel pret a porter. Cosa manca al mercato della moda? E cosa possono offrirgli la tua arte e il tuo estro?
  Ti ringrazio per definire il mio lavoro arte… non mi sono mai definito un artista.
Non so se al mondo della moda manchi qualcosa, quello che posso dare io è un’interpretazione personale dello stile contemporaneo letto in chiave classica.
Venendo dalla formazione sartoriale degli anni ’50, che a sua volta è stata tramandata dagli anni ’20, ricerco inevitabilmente una perfezione di tagli e vestibilità senza mai frenare la mia inventiva. Noto che più cresco più mi sento forte di poter osare! ...Visto che mi ci hai fatto pensare… spero che la società si spinga di più ad osare, usando la mia moda per comunicare qualcosa.

Hai sempre dato alle tue collezioni una impronta prettamente artistica: in questa collezione racconti una tua idea di Art Decò, dadaismo e grafismo. Credi che l'Arte sia Moda o che la Moda sia Arte? Da dove parte l'ispirazione: dalla tela o dal cartamodello?
 La moda è l’Arte contemporanea più potente che esista. E’ movimento, design e architettura in un tutt’uno.
Essa ci permette di mostrare al mondo chi siamo e probabilmente chi vorremmo essere.
L’ispirazione proviene da suggestioni, stati d’animo, film, mostre e paesaggi … E’ sia tela che modellazione.

 Come i più grandi artisti il tuo processo di creazione sembra segnato da un'ossessiva sperimentazione materica'.Cos'è per te la materia: uno strumento per realizzare le tue creazioni o il punto di partenza da cui comincia la tua creazione?
 Il mio percorso è legato alla bellezza del corpo, pertanto la materia non è altro che il mezzo per svelare tale bellezza… sono rimasto sempre attratto dalle parole di Michelangelo Buonarroti, il quale diceva “scolpisco la materia per tirare fuori l’anima e l’essenza della bellezza che c’è dentro”.

 La donna che veste la collezione a/i 2013-2014 è una donna che gioca con la sua femminilità, celandola in un look maschile, ma di straordinaria eleganza. Non possiamo non contemplare, quindi, un gioco concettuale sul concetto freudiano dell’alternanza (“inversione”) del maschile-femminile. La tua omosessualità può essere considerata la tua maggiore fonte d'ispirazione?
 Non credo che l’omosessualità mi condizioni. Piuttosto è la mia sensibilità d’individuo a spingermi a immedesimarmi nelle donne, per capire cosa mi piacerebbe indossare se fossi in loro. 
Per me la moda è travestitismo. Inoltre vengo dalla cultura degli anni ’80: tra David Bowie - seguito da tutta la mia famiglia - le mie zie e i loro stili punk, grunge, paninaro o bon ton, mia madre - che era la copia di Patty Pravo - e mio padre, attratto dai figli dei fiori… io sono un po’ il frutto di tutto ciò.

Qual è la caratteristica intellettuale/spirituale che deve avere necessariamente una donna che sceglie di vestire 'Luigi Borbone'?
Deve amare prima di tutto se stessa!!!

E una donna che ama se stessa si riconosce in mezzo a tante, senza fare rumore: le sue spalline larghe la aiutano a reggere i colpi imprevisti di un’esistenza; i pantaloni ampi sono autostrade create per percorrere sogni; i suoi abiti fluidi e non strutturati avvolgono i pensieri in un alone di mistero.
Una donna che ama se stessa e si riconosce in mezzo a tante, senza fare rumore, sa che gli abiti di Luigi Borbone possono coprire il suo corpo e la sua forza interiore ovunque: a lavoro, in un’occasione speciale o semplicemente nella vita di tutti giorni, tra le cose di tutti i giorni.
 Proprio allora, quando la città brillerà delle sue luci artificiali e il freddo pungerà dietro ai finestrini di un tram, la donna in LuigiBorbone si imprimerà nello sguardo di tutti, dea troppo umana tra asfalto, arte e bistrot.







2 commenti:

  1. Troppe parole per esprimere concetti in fondo non nuovi.

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  2. Cara Ada, accetto il tuo commento pur non condividendolo. Però sono curiosa: come leggo dal tuo profilo sei una designer e mi piacerebbe che da designer mi esprimessi la tua idea personale di 'concetto innovativo'. baci! ;-)

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