mercoledì 30 gennaio 2013

VINTACHIC " Il favoloso mondo di Esterita ".

                        

Cari lettori,
come vi avevo anticipato oggi vi racconterò di un magico posto chiamato Vintachic in Viale Parioli.
La custode di questo scrigno di abiti, ninnoli, oggetti di home design e accessori è una deliziosa donna un po' fata un po' Barbie che con la sua voce delicata e la sua pronuncia inglese perfetta sembra provenire da una pellicola americana in bianco e nero.
Lei è Esterita di Cesare, studiosa e collezionista di Vintage dall'adolescenza e titolare di Vintachic Roma, uno showroom in cui si possono non solo acquistare ma anche noleggiare abiti e accessori collocabili tra il 1880 e il 1980, raccolti e raccontati da tutto il mondo.
Ci sono Flappers dress anni '20, abiti da sposa di tutte le epoche, biancheria intima anni '30, borsette anni '40, pizzi anni '50 e altre infinite e meravigliose creature dello stile che Esterita ha acquistato durante i suoi  viaggi per il mondo e durante il suo soggiorno a Miami per conservarli e coccolarli nella sua culla pariolina, lontana dalla fallace e omologante inflazione del presunto vintage.
Esterita sa che la sua ricerca e il suo studio di forme, disegni e tessuti che ha affinato e potenziato con anni di esperienza si scontra con l'improvvisazione di millantatori di Vintage che non solo propinano vecchie borse H&M come pezzi vintage, ma non sanno essi stessi distinguere un pezzo autentico da un altro.



La Vintachic Lady, invece, mi spiega con naturalezza ogni provenienza, collocazione e storia degli abiti e degli oggetti da cui sono incuriosita: perchè lei, prima di essere una collezionista di pezzi del passato, è stata una bambina che desiderava avere per sè il macinino del caffè della nonna, già immaginando in esso uno scrigno profumato di una storia appartenuta ad altri di altri tempi.

Chiunque può indossare un pezzo vintage?

Per indossare con stile un abito o un accessorio vintage devi sapere che quello che hai addosso è unico e che non ti omologherai all'ambiente o alla situazione in cui ti troverai. Pertanto ci vuole grande personalità, molto gusto e una straordinaria voglia di conoscere quell'età che ti porti dietro in una gonna o in una borsa.

Usare un total vintage può significare un atteggiamento nostalgico e refrattario nei confronti di una società moderna che propone uno stylelife completamente e inesorabilmente differente?

Probabilmente. A chiunque venga qui e decide di scegliere scarpe, abito e borsa per un solo outifit io sconsiglio, anche contro il mio interesse, di farlo. Propongo invece, con il mio servizio gratuito di Image Consulting, di mixare elementi vintage ed altri moderni per dar vita ad outifit originali, divertenti, coraggiosi e davvero unici!

Esterita, ci sono dei 'pezzi' a cui sei particolarmente legata?

Beh... essendo una collezionista prima ancora di una venditrice, tutti hanno per me un valore inestimabile. Se dovessi sceglierne alcuni, potrei dirti questa borsa anni '40 con specchietto, questi gemelli da uomo anni '50 a forma di roulette funzionante e questo servizio di tazze  anni '70 in ceramica giapponese che comprai a Miami e che ho utilizzato per un tè con i miei cari amici americani. Ma fermami perchè potrei elencarne all'infinito.

                                     
                                     
                                     

E'diversa la cultura del vintage italiana da quella di altri paesi europei e non?

La differenza è abissale: in Inghilterra, nei Paesi Scandinavi, in Spagna e negli Stati Uniti il Vintage si conosce e si cura con maggiore attenzione e fedeltà. E parlo non solo di chi acquista, ma anche di chi vende e colleziona. Per questo io compro molto all'estero e meno in Italia, per una ragione di sicurezza e affidabilità dei prodotti acquistati.

Ci sono ragazze che scelgono di sposarsi con un abito vintage?

Sono sempre di più le ragazze che si rivolgono a me per un abito da sposa vintage, e devo ammettere di avere a disposizione una collezione non solo fornita, ma di abiti veramente unici, emblematici di ogni epoca e di molte taglie diverse, ovviamente, ONE OF A KIND!


E mentre Esterita risponde a questa domanda, fiera e raggiante mi mostra decine di abiti da sposa dagli inizi del 900 agli anni '70: lunghi, corti, bianchi, avorio, ricamati, in maglia, in pizzo o colorati che raccontano quel giorno magico di chi li indossò in una calda sera d'estate o in un gelido mattino d'inverno.

Vi lascio con una piccola photogallery, invitandovi a visitare il sito www.vintachic.it nonchè lo showroom Vintachic previo appuntamento con Esterita Di Cesare ( 3495194297): fare un salto nel tempo e nella bellezza di Ieri vi lascerà senza fiato!















Anello con specchio



  







lunedì 28 gennaio 2013

I dieci comandamenti di Altaroma Altamoda. Voi quali aggiungereste?

<Sfilata di Nino Lettieri. Comoda nella mia terza fila, vedendo una signora anzianotta e affardellata, mi offro di cederle il posto, benchè tra agenda e fotocamera, star seduta mi sarebbe stato davvero comodo. Comunque, dicevo... Faccio per alzarmi e farla sedere quando lei, impettita e risentita, mi risponde: " No, grazie. Io ho la prima fila". Cosa c'è di strano in questo insulso aneddoto? Beh, la signora, non avendo realmente un posto assegnato in prima fila (ma sognandolo, probabilmente) si è accontentata di restare in piedi per tutta la sfilata con pellicciotto e borsoni che le cadevano da mano. >

Carissimi,
dopo questo stato di facebook in cui raccontavo un insulso aneddoto inerente a questo appuntamento invernale di Altaroma,  Dario Styling, un mio amico stylist/blogger, mi ha suggerito simpaticamente di scrivere i 10 comandamenti di Altaroma AltaModa.

Eccolo accontentato, sperando di essere stata sufficientemente sarcastica.
Voi potete commentare, aggiungere o contestare, ovviamente!



I DIECI COMADAMENTI (di AltaRoma, AltaModa)

1) Credi di essere quella che non sei

2) Se durante un evento o una sfilata incontri qualcuno che conosci e con cui hai preso, magari, anche un caffè... NON salutarlo: gli spettri di Santo Spirito in Sassia potrebbero vendicarsi.

3) Se ti viene assegnato lo standing, considerati ufficialmente giustificato a sacrificare qualche vittima per questa grande onta subita e abbandona immediatamente la sala: meglio non farsi vedere senza una seduta.

4) Continua a fissare tutti quei vippazzi che spesso, insieme ad autorità istituzionali o giornalistiche, occupano le prime file: è importante che loro si sentano osservati. Se davvero avete buon cuore, fotografateli anche: li renderete le persone più felici del mondo.

5)Quando ti avvicini ad un fashion cocktail pre o post sfilata, non mostrare apertamente tutta la tua gioia nel vedere ortaggi ed erba sul banchetto: faresti la figura del morto di fame.

6) Dite almeno una ventina di volte a tutte le befane rifatte o agghindate che incontrate: 'Ma quanto stai bene. Ti trovo un incanto': forse decideranno di risparmiarvi uno sgambetto.

7)Ascoltate sorridendo e annuendo alle minchiate che pseudo giornalisti o bloggers vendono per grandi critiche di addetti ai lavori, quando fino a ieri hanno scritto : 'qual'è il tuo sognio?' e nel frattempo pensate che l'Apocalissi prima o poi arriverà.

8)Non chiedete giammai a questi stessi personaggi insulsi di farvi fare una foto vicino allo stilista o al personaggio che tanto amate: ne uscirete con la testa tagliata e la bocca spalancata così quella foto sarà inutilizzabile.

9) ????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

10)????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

Mancano due comandamenti... beh, di amici e conoscenti che hanno partecipato ad Altaroma Altamoda ne ho abbastanza e di lettori fedeli (anche se non addetti ai lavori) anche.

Aspetto pertanto due impeccabili frecciatine  :-)

La passerella di Stella Jean nasce tra i sentieri del mondo.



Carissimi lettori, 
quello che state leggendo non è un articolo, ma una vera e propria dichiarazione d'amore alla Moda di Stella Jean. Da quando ho assistito per la prima volta ad una sua sfilata ho compreso che difficilmente mi sarei liberata da questa totale assuefazione cromatica, figurale e concettuale: ogni qualvolta assisto ad un defilè della stilista ho la percezione di compiere un viaggio che dura venti minuti circa, lasso di tempo in cui  posso ascoltare le sue favole cosmopolite di stoffa e pietre.

In questo appuntamento invernale di Altaroma Stella Jean inserisce nella sua collezione anche outifit maschili, scegliendo di aprire la sfilata proprio con un abito che Lorenzo Jovanotti ha voluto indossare nel video ufficiale di 'Tensione evolutiva'.
 E'  un visionario ed ideale itinerario esplorativo quello che conduce Stella Jean alla creazione di questa collezione autunno/inverno 2013/2014. Un percorso di ricerca che attraversa i continenti, partendo dall’ossimoro volontario delle fantasie lineari e delle strutture sartoriali europee, visitando i luoghi della cultura amerindia, per spingersi poi verso le coste d’Africa e per perdersi infine nello sterminato deserto del Gobi.  Pesanti e caratteristici jacquard andini avvolgono novelle e inconsapevoli paladine della salvaguardia delle civiltà pre-colombiane, la cui femminilità viene esaltata dalle gonne arricciate in vita. I lunghi e morbidi cappotti foderati di (eco) pelliccia di ispirazione Navaho ci accompagnano nella lunga traversata transoceanica che riconduce alle coste africane tanto amate dalla stilista, per accendere l’inverno con gli esuberanti colori delle tradizionali stoffe wax. Peculiari cappelli di aristocratico e mannish sapore britannico, come la bombetta, sono abbinati ai foulards dai colori vibranti portati dalle signore delle Ande. Il viaggio continua alle volte dell’Asia e delle sconfinate distese del deserto del Gobi: il contatto con le culture mongole ispira i tagli asimmetrici delle camicie e dei caban, mentre suggestive sovrapposizioni di stoffe giocano con i diversi pesi dei colori. Il risultato è una perfetta mappatura estetica, in cui la steppa diviene fonte di una sensibilissima raffinatezza e di un magistrale equilibrismo cromatico.
Anche i bijoux testimoniano l’esplorazione dei confini geoculturali: l’accostamento degli elaborati capolavori dell’oreficeria pre-industriale delle comunità amerindie e della raffinata gioielleria dei coloni europei, rappresenta il tentativo di realizzare una contro- colonizzazione estetica in cui
emergano, pur senza contaminazione e rischio di fusione, i tratti distintivi delle differenti civiltà.
Una collezione che persegue l’audace intento di raggiungere una comunione di ricchezze culturali e di costumi, al fine di sintetizzare e superare passaggi storici talvolta non facili. Le radici e le tradizioni extraeuropee hanno resistito ad ogni tentativo di distruzione e, nel loro corso evolutivo,
rappresentano una fonte inesauribile di ispirazione, pronte ad insegnare all’Occidente i propri colori e sfaccettature, imparando a propria volta a conoscere e ad amare le forme europee. 
La collezione FW 2013 2014 vuole dunque ribadire che le uniche frontiere invalicabili sono quelle della mente, la  quale racchiude in sé lo spazio necessario per accogliere e conoscere tutte le civiltà del mondo. Una visione che, letta in chiave estetica, si traduce in una capacità e in una chance di abbinamento totale e trasversale.

Vi lascio viaggiare tra le coste d'Africa e il deserto dl Gobi con degli abiti che ho selezionatoper voi
 ( e scegliere è stato davvero difficile)


abito indossato da Lorenzo Jovanotti









domenica 27 gennaio 2013

'Monstera' di Nino Lettieri: vestirsi di foglie e salvaguardare l'ecosistema diventano la nuova moda



Cari lettori,
ieri pomeriggio, presso il Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, l'elegantissimo couturier Nino Lettieri ha presentato la sua collezione p/e 2013 "Monstera", che prende nome e ispirazione dalla forma e dal verde intenso della foglia Monstera, pianta della foresta pluviale amazzonica.
Infatti, cari lettori, quello ideato per il Calendario AltaRoma gennaio 2013 è un progetto stilistico che intende essere anche un monito per la salvaguardia e la tutela dell’ecosistema più ricco al mondo di biodiversità.
Questo intento di sensibilizzazione ed impegno in senso ambientalistico si traduce in passerella con una donna moderna, dinamica e intenta a scoprire nuovi mondi, disposta a vestirsi di colori e forme della natura. Il catwalk si è illuminato di trenta outfits realizzati a mano, dalle linee essenziali, fluttuanti al vento della foresta, grazie alla morbidezza e alla leggerezza di tessuti come lo chiffon, l’organza e il raso satin
La "Monstera" quindi, grazie all'estro di Nino Lettieri diventa segno di riconoscimento e simbolo dell’estate 2013 della sua Maison, proposta e ricamata con grandi paillettes sui preziosissimi e sartoriali abiti da sera, presentati anche in bianco candido e total black, colori non colori, tanto amati dallo stilista partenopeo.
La silhouette della "Monstera" si ritrova anche sui sandali realizzati da Luigi Iovino, ideati  in raso di seta e paillette, ottenuta con una particolare tecnica di lavorazione a laser nonchè sugli estrosi bijoux, creati per l’appuntamento romano da Wood&Co.: foglie nere, bianche e trasparenti, pure sculture in plexiglas, e impreziosite da pietre Swarovski.
E ancora piccole e grandi 'Monstere' ricamate sulla candida e trasparente campana di organza  dell'abito da Sposa, che ha concluso con eleganza una collezione che conferma un nome rispettabile della haute couture italiana. 

Perchè Nino Lettieri non ha bisogno di 'urlare' una moda futuristica o di 'contemplare' una moda tradizionale: lui stupisce con sofisticatezza e limpidezza, così come saluta, nella sua essenziale mise total black, gli spettatori della sua nuova vincente collezione.

Ecco a voi gli altri abiti che ho selezionato per voi...










'Neo Couture Collection' di Natasha Pavluchenko: il vento dell'Est nel cuore di Roma.



Buongiorno, cari lettori.

Con una grande tazza di caffè davanti, oggi vi racconto la 'Neo Couture Collection' della designer  Natasha Pavluchenko, presentata  nelle suggestive stanze di Palazzo Ferrajolicon il Patrocinio Onorario dell’Ambasciata della Repubblica della Polonia a Roma,
Dopo un cocktail time a base di carote, finocchi e bollicine, hanno cominciato a sfilare le eteree modelle  di N.P., dando vita ad "abiti che riflettono la varietà delle culture slave”, come afferma con orgoglio la stilista di origine bielorussa, polacca ed ucraina.
 Diplomata all’Istituto di Scienze Moderne in Fashion Design, Natasha inizia la sua carriera da fashion designer nel 1999  ricevendo numerosi Awards, ma senza mai rinunciare al suo animo eclettico di  scultrice e soprattutto pittrice.

 Tendenzialmente ispirata al Deco anni ’20, questa collezione “Neo Couture” di N.P. garantisce un mix perfetto tra le origini storiche della designer , la sua arte e il fascino esercitato su di lei dal classicismo imperante di Roma. La filosofia della collezione “Neo Couture” è infatti basata sulla fusione di tessuti tradizionali e moderni, come lana, cashmere, seta, mussola, lawn flessibile e tessuti di maglia lavorati a mano, permettendo una combinazione di  stoffe di diversi pesi e strutture. I colori di questa collezione vanno dal nero, al grigio all’ecru, al rosa cipria e al beige. 

Essenzialità, rigore, austerità: i corpi asciutti e gli sguardi severi delle modelle, uniti alle linee decise della collezione, sono state un vincente ossimoro con le calde, avvolgenti e morbide acconciature e con lo sfarzo e l'opulenza semantica del Palazzo che ci ospitava, come se, in questa crisi di idee e risorse, gli abiti stessi fossero un monito, una ribellione silente, una preghiera.













sabato 26 gennaio 2013

'Self Portraits' di Emanuele Gatto: la carica semantica di un corpo.




Self-portraits di Emanuele Gatto


A cura di Matteo Saccavino
Performance con Valerio Sirna
Inaugurazione sabato 26 gennaio, ore 19,30 presso Makemake

Dal 26 gennaio all’1 febbraio 2013

Cari lettori, benché sia iniziata la settimana dell'Altamoda a Roma, non mi esimo dal parlarvi anche di altri eventi capitolini impregnati di seduzione artistica. Uno di questi è la mostra personale di Emanuele Gatto, che stasera presenterà, presso lo spazio Makemake in via del Boschetto, le opere della serie SELF-PORTRAITS, una variazione sul tema dell'autoritratto in cui il corpo ricopre il ruolo di protagonista
Di questo artista già vi ho scritto lo scorso anno, in occasione del debutto sulla scena romana del progetto THROUGH ESPERIMENTI a cui lavora con la giovane stilista di Silente, Francesca Iaconisi, straordinaria interprete dello slow fashion.

Le opere della serie SELF- PORTRAITS sono il risultato di una sperimentazione finalizzata alla messa a punto di una personale tecnica di realizzazione che ha visto Emanuele Gatto tralasciare l'utilizzo dei consueti strumenti del mestiere a favore del proprio corpo.

A metà tra action painting e body art, il giovane artista conforma il processo creativo in una vera e propria azione pittrice che proietta sulla tela l'immagine reale del corpo attraverso il contatto, reso visibile e durevole dall'interposizione del colore. L'impressione della pelle sul supporto suggella un legame di identità fisica che, venendo rielaborato da una serie di gesti formativi, ritrova la sua verità nella filosofia dell'opera. I colori prendono vita sulla pelle e ne riproducono sulla tela le porosità e le caratteristiche eterogenee, offrendone la rappresentazione al gioco delle successive rielaborazioni. 

E' ancora un corpo a dominare la performance di apertura che l’artista ha ideato per il vernissage: al cospetto delle tele, esso si veste di solo colore riaffermando la propria centralità nella creazione dell’opera. Il corpo è di Valerio Sirna (1988), performer che vanta già importanti collaborazioni quali: Ricci-Forte (2009, 2010, 2011), il gruppo Mutua Imago (2011), Giorgio Rossi per L'Arezzo Wave (2012), il marchio Area (Paris Fashion Week 2012).Una videoinstallazione, in cui frammenti di vita metropolitana si associano alle immagini del processo creativo, completa il percorso della mostra. 


Siete curiosi di conoscere lo sperimentalismo suadente di questo artista? Io, stasera, passerò al Makemake, sicura che, come sempre, la sua arte sarà in grado di conquistarmi o perlomeno stupirmi.




venerdì 25 gennaio 2013

'Fashion&Chips' di Giampaolo Atzeni: la Donna, L'Eros e le suggestioni di un travolgente Pop Metafisico


 

Buongiorno, cari lettori!
Oggi voglio palarvi di  Fashion e Chips, la mostra d'arte di Giampaolo Atzeni, inaugurata ieri al Margutta RistorArte che la accoglierà fino al 17 Febbraio 2013. 
Questa mostra è un' indagine estetica tradotta in arte, un Pop metafisico in cui elementi classici si vestono di esotismo in un elegante surrealismo che fa dichiaratamente il verso alla Pop Art, avendo come maestri di riferimento Klee, Kandinski eMatisse. 
Il figurativo di Atzeni ha origine nello studio del puro colore e delle forme astratte. Sono le campiture compatte, spalmate uniformemente sia sugli sfondi sia sugli elementi in primo piano, che fanno da prime protagoniste. Colori uniformi che catturano e distendono lo sguardo ancor prima delle forme rassicuranti e giocosamente enigmatiche di un ambiente ordinato e familiarmente esotico, che stranamente mette il visitatore a proprio agio. E familiari, anzi fashion, sono i cicli pittorici su cui Atzeni ama intrattenersi.

'Poltrone labbra' che accolgono lo strascico di un abito pitonesco poco coprente di una signora dalla testa corona ne Il Bacio. L’architetto è visto come una dea Kalì dalle molte braccia, molte gambe, molte bocche, e dagli arti interscambiabili. Poi borse, compassi, forbici, scarpe, formano nell’insieme una geografia variegata dell’accessorio, oggetto spesso parzialmente antropomorfo.
Sono quadri, questi, pregni di simbologie decorative da leggere come un rebus.
Atzeni è sempre in viaggio e gli elementi che caratterizzano gli scenari architettonici o paesaggistici delle sue opere, sono oggetti che abitano indifferentemente dentro e fuori. Cupole che fanno da soprammobili - come ne La grande abbuffata, omaggio al film cult di Marco Ferreri – o navi che approdano su mari avventurosi ma casalinghi di tappeti prolifici di pesci – come ne Il viaggio di Ulisse. È una pittura che ambisce a sconfinare oltre lo spazio circoscritto delle tele che per la maggior parte non vogliono essere chiuse da cornice.



Atzeni offre un ruolo di primo piano ai propri amuleti dell’immaginario. Il pesce, ad esempio, è un simbolo onnipresente. È la citazione dei pesci rossi di Matisse, ma al contempo un richiamo all’eros, se non ad una dimensione sacra che si ossigena con quella profana, in un intreccio dalle valenze simboliche senza rumore. Una convivenza pacata e agiata nella raffigurazione di un mondo d’indagine creativa ludico, lussuoso e necessariamente distaccato.
L’ispirazione stessa dichiaratamente afferma il proprio diritto a ritagliarsi un proprio spazio/tempo. Essa è rappresentata da un altro elemento reiterato con dolce prepotenza in ogni opera: la spina libera, pronta ad essere inserita ma in questo frangente volutamente staccata. La valenza è quella di un avviso: preparatevi al viaggio, sciogliete le catene, lasciatevi trasportare, abbiate rispetto per la libertà creativa che non vuole confini tra esterno ed interno, che fa dialogare mondi e stili differenti in armonia.
Del ciclo pittorico dedicato ad Eva, in mostra vi è Eva mangia la mela. Le opere di Atzeni sono abitate da un universo femminile. Atzeni ama le donne e ama la componente femminile da cui fiorisce la sua creatività. Eva mangiando la mela si affranca dal rischio di un eterno ruolo di giardiniera dell’Eden. Le suggestioni dell’Eden perduto se le porta dentro. Queste attecchiscono nell’anima producendo curiosità, voglia di conoscenza, desiderio di varcare sempre altri confini, nonché il piacere.

A tutti i miei lettori che non subiscono la moda ma la ricercano nelle variegate espressioni artistiche consolidate nella tradizione o d'avanguardia, consiglio di passare al Margutta RistorArte... Per avere l'occasione di conoscere questo nome promettente dell'arte e magari assaporando un impeccabile Green Aperitif  del Margutta!

Ovviamente aspetto i vostri commenti sulla mostra!






mercoledì 23 gennaio 2013

'Origo' di Giuliana Mancinelli Bonafaccia: una collezione di gioielli per una donna decisa...





Buongiorno, cari lettori!
Oggi parleremo ancora di gioielli, il non plus ultra, quando son 'giusti', di un outfit perfetto...
Nella fattispecie,questo post è interamente dedicato ad ORIGO, una linea di gioielli schietta che guarda direttamente alle origini: questa collezione è stata realizzata dalla designer Giuliana Mancinelli Bonafaccia e presentata durante AltaRoma AltaModa nel calendario degli eventi collaterali.
Lo stile inconfondibile della giovane designer, ormai una presenza fissa nel calendario della moda
romana, è esaltato dall’utilizzo dei codici estetici che caratterizzano le sue collezioni, condensandosi in un nuovo linguaggio. Il risultato è una sintesi perfetta del processo creativo, che si concretizza in una linea di pezzi basici e dalle strutture semplificate, adatti a essere indossati tutti i giorni.



Scarabei, piramidi, frecce e borchie, tutti in argento bagnato nel rutenio nero, legano il loro corpus simbolico alla pelle e al cuoio intrecciato, materiali che confermano la scelta di raccogliere
l’eredità delle precedenti collezioni, Anamorphosis e Radiolarian, amplificandone l’eco di un
attento lavoro di ricerca stilistica, integrale, privo di effetti scenici e tuttavia destabilizzante. La
selezione dei colori avvalora questo approccio sintetico nello sviluppo di una palette
caratterizzante: nero, cuoio naturale, bronzo, giallo e turchese, proposti su materiali alternativi
quali la pelle stampata effetto razza.
E così i bracciali unisex, singoli o doppi, in pelle intrecciata nelle tonalità del nero e naturale, si arricchiscono di scarabei e punte a freccia, gli orecchini nascono come spine sui lobi delle orecchie, mentre gemelli a piramide in argento si affacciano sui polsini delle camicie.
Piramidi sbocciano anche su anelli e orecchini, scarabei rinoceronte fanno invece capolino su eleganti collane doppie in pelle, nelle tonalità bronzo, giallo e turchese, e si abbinano a esclusivi bracciali, singoli o doppi.

A due passi da piazza Navona, la boutique Presqu*Ile Design Store, isola di stile, moda e design nel cuore di Roma, sarà cornice di sperimentazione: la presentazione di ORIGO avverrà attraverso una istallazione geometrica, ispirata al lavoro dell’artista James Turrell e caratterizzata da giochi di
colori, mentre performance sonore saranno il sottofondo ideale di un raffinato cocktail party.

Fashion Break,come sempre, ci sarà! Intanto date un'occhiata a qualche gioiello delle sue collezioni precedenti che ho selezionato per voi donne dai gusti sicuramente più che decisi!

Orecchin


Anello

Cintura


Anello





martedì 22 gennaio 2013

Patrizia Corvaglia: il fascino di una gioielleria d'autore.




Care lettrici, 
anche voi credete che un gioiello possa sublimare o deturpare un outifit?
Beh, se siete delle jewels victims allora non potete non conoscere la raffinata gioielleria di Patrizia Corvaglia, designer, scultrice e maestra d' arte da sempre alla ricerca delle forme che possano tradursi in apoteosi estetica. 
La caratteristica della gioielleria di Patrizia Corvaglia che mi ha più affascinato è l'accostamento di
metalli preziosi a pietre grezze, per arrivare ad una perfetta armonia ed a un equilibrio di calore tra gli elementi assemblati. Le pietre naturali predilette dall’artista si esaltano nella loro bellezza e il metallo prezioso diventa l’estensione della loro natura in un dialogo sempre perfetto, sempre equilibrato, rendendo il gioiello irresistibile punto d’attrazione in estrema sintonia con chi lo indossa. 

In occasione dell’evento ALTAROMA “ROOM SERVICE”, programmato per Sabato 26 e Domenica 27, presso la Suite numero 208 del Marriot Grand Hotel Flora, l'eclettica artista presenterà, oltre alle esclusive e preziose creazioni realizzate in argento e bronzo, una parure denominata Altaroma”:orecchini, un bracciale e un anello, gioielli unici, realizzati in micromodellazione  scultorea e fusione a cera persa, dedicati alla kermesse capitolina.
Room Service”, infatti, per chi non lo sappia, è  il progetto ideato e curato da Simonetta Gianfelici per Altaroma, al quale partecipano nuovi e interessanti creativi, selezionati per la loro capacità di comunicare contemporaneità e per la loro attitudine nel proporre la nuova artigianalità italiana, imperniata sulla ricerca di nuovi materiali e  delle nuove tecniche di realizzazione.

Patrizia Corvaglia: una donna contemporanea, eclettica e originale che 'cambia il senso delle cose' sperimentando nuovi equilibri di forma e materia: un gioiello diventa così quasi una sorta un amuleto che elargisce  appeal e mistero a chi sceglie di indossarlo.

Ecco a voi qualche anticipazione... 
Collana


Anello


Bracciale








lunedì 21 gennaio 2013

'VolerEssere' di Ventura de Gnon: l'eleganza contro la crisi




  Cari lettori, oggi vi presento Antonio Ventura de Gnon, uno stilista di origine salentina, che giovedì 24 Gennaio 2013 alle ore 19 e 30, presso le Officine Farneto a Roma, presenterà VolerEssere, la sua nuova collezione p/e 2013.
Approdato all'Alta Moda nel '90 presentando le sue creazioni sulle passerelle romane nel 2002, lo stilista ha disegnato un abito per rappresentare l'Italia a Londra in una prestigiosa kermesse dedicata ai gioielli e ha creato gli abiti per due Miss Mondo Italia per la finalissima mondiale. Dopo aver disegnato una nuova collezione per la finale nazionale di Miss Mondo nel 2006, è stato anche un costumista Rai e dal 2008 è attivo giornalista di moda per numerose testate nazionali.

VolerEssere, ovvero l'insieme dell'Essere e del Volere, è una collezione che contempla trenta abiti in lino e seta imbevuti nelle tonalità della natura. Tessuti leggeri nelle gradazioni del verde, blu, marrone e grigio che Ventura de Gnon traduce in silhouette morbide sul corpo. 
Lo stilista  proporrà una leggerissima collezione soirée in seta incrostata da micro perle, tulle, taffettà con ricami cornely, voile sfumati e lino. Quest’ultimo è un tessuto inusuale per la sera, ma viene reso prezioso da ricami a micro-paillettes e pizzi vintage, incroci. In passerella immancabili le toilette soirée in nero opaco e lucido; la sposa sarà invece leggiadra nel pizzo in maglia di lino color avorio.
Spesso, nelle sue forme più coraggiose e fortunate, l'Arte s'incontra/scontra anche con il filo spinato di una realtà non propriamente rosea ed è questo il caso di Ventura De Gnon che, i questa stagione troppo lunga di crisi ha scelto di creare abiti trasformabili da giorno a sera con semplici e piccoli gesti. 
E proprio nei momenti difficili che anche il couturier deve aguzzare l’ingegno” – spiega Ventura de Gnon – “Il tessuto dell’abito si può riutilizzare poiché è privo di tagli. Quindi è possibile disfarlo e ricucirlo con facilità: una nuova creazione con tessuto integro prende vita. Questo grazie anche tecniche sartoriali più snelle; i tempi di lavorazione vengono ridotti notevolmente”.
Sagge parole, Antonio: non ci resta che aspettare giovedì per vedere con brama e toccare con mano questo tuo fashion concept filosofico e impegnato tradotto in tagli e colori. 

Una ghiotta occasione per chi nella Moda cerca qualcosa di più di una semplice e fugace tendenza.




Quando la moda fa male.


Cari lettori, buongiorno.
Vorrei cominciare questa settimana con una riflessione triste che ho urgenza di condividere.
So che sarà strano leggere queste considerazioni su un fashion blog, per quanto anomalo sia, ma chiamatela espiazione o esagerazione, non posso esimermi dallo scrivere questo post.
 Ieri sera, dopo aver seguito il servizio delle Iene di Nadia Toffa su un caso di anoressia che porta il nome e il corpo scheletrico di Sara, 24enne suicida dopo essere fuggita per ben due volte ad un Trattamento Sanitario obbligatorio, non ho potuto dimenticare una frase della fragile ragazza intervistata, prima della tragedia.

Nell'elenco dei 'fattori' che l'avevano spinta, dieci anni prima, a rifiutare il cibo, Sara inserisce anche questo: 'A scuola il primo anno non andava bene in classe. Mi sentivo inadeguata, mi sentivo inferiore. Perchè in classe si vestivano con la roba firma Miss Sixty, Lonsdale...Per cui mi sentivo inferiore..'
Questo pezzo dell'intervista, benchè sia stato il meno tragico di tutto il servizio, credo debba essere un monito per chi è convinto che l'essere o non essere alla moda (in un posto di provincia o a New York) sia determinante per accettare una persona nel proprio circuito provocando in lei un senso di inadeguatezza e inferiorità.

 Voglio semplicemente dire che gli 'In & Out' che spesso noi fashion bloggers utilizziamo nei nostri post sono solo le regole di un gioco che si chiama moda
La moda è una favola, fatta di forme e colori che spesso ci raccontiamo, è un'espressione di creatività, è una giostra di idee e business che affascina addetti ai lavori e non .
Ma non può essere una sciabola che taglia fuori persone e sorrisi dalla vita di chi crede di 'detenerla': così diventerebbe solo una crudele e sterile oligarchia di lustrini e paillettes senza luce.


sabato 19 gennaio 2013

Il caffè è democratico? Cosa si nasconde dentro una tazza.



Cari lettori, quanti di voi , almeno una volta nella loro vita, hanno corteggiato un sogno o un progetto davanti ad una tazza di caffè? Quanti di voi, almeno una volta al giorno, non hanno invitato collega, amico, partner (o sperato tale) a prenderne uno? Parliamo del caffè, bevanda ordinaria che non è consumata per dissetare, ma per svegliare la mente, per ‘preparare la bocca’ alla sigaretta,  mantenere la concentrazione e per incontrarsi. 
In Italia cominciò ad essere consumato  all’inizio del Seicento, poi in Francia fino a diffondersi in tutta Europa attraverso veri e propri centri di degustazione. Ma subito questa bevanda nera e amarognola cominciò ad assurgere a connotativo sociale: insieme al tabacco, contraddistingueva lo status benestante della borghesia europea emergente, soprattutto inglese, olandese e francese dove la bevanda diventava  un antidoto all’ozio e alla pigrizia provocate dall’alcool; in queste nazioni si sviluppò una vera e propria poetica sul  caffè,  destinata a divenire già nel Settecento una intramontabile moda.

207389 2001882767940 1269697048 2487204 7123588 n3 277x256 Lintramontabile moda del coffee break

La bottega del caffè o  il Caffè era considerata uno spazio di civiltà, un’isola di sana e raffinata socializzazione da contrapporsi alla turpitudine delle bettole popolari: l’atmosfera era sobria e tranquilla, pregna di disquisizioni politiche, scientifiche, filosofiche  e letterarie. 
Ma cosa è rimasto dei vecchi  Caffè settecenteschi?
 Lo stile è cambiato, la componente fortemente erudita ed intellettuale è svanita con l’ andare dei secoli, ma quella magica associazione del caffè con la chiacchiera riesce a sopravvivere vittoriosa. Prendiamo un caffè? E’ la frase- tipo che introduce  un chiarimento,  una conoscenza, una pausa dalla concitata struttura del quotidiano.

Renoir 208x256 Lintramontabile moda del coffee break

E se si ha sempre meno tempo per fermarsi  ed indugiare, davanti ad una tazzina si corre anche il rischio di perdere una mezz’ora della propria giornata sedendo ad un tavolino e lasciandosi andare al vizio della conversazione. Il caffè, oggi come ieri, è un’occasione, un pretesto di socializzazione per quasi tutti :  anche se divide la popolazione nelle sue varie declinazioni di consumo (c’è chi lo beve  amaro, chi zuccherato, chi macchiato, chi corretto, chi lungo, chi all’americana), esso può considerarsi tuttavia uno dei pochi ‘vizi’ democratici che possiamo concederci: veloce, dietetico e soprattutto…economico!     
 Mi piace pensare che sia anche ‘artistico’ il momento di  siesta che il caffè comunemente rappresenta, in casa o in un qualsiasi bar di sorta: un esempio intramontabile è il dipinto di Pierre Auguste Renoir del 1879 Alla fine della colazione , in cui è rappresentato quel preciso istante che segue il consumo del caffè: due donne elegantemente abbigliate si abbandonano ad un sorriso compiaciuto davanti a due tazze raffinate, mentre l’uomo che le accompagna china su un lato il capo per accendere la sua sigaretta. 
Com’era  nel metafisico scenario del 1879, così è nella ressa verbale e temporale di oggi: una pausa e un sorriso si ritrovano nel  tintinnìo di una tazza che tocca il fondo del suo piattino.

venerdì 18 gennaio 2013

Pronti per... AltaRoma AltaModa 2013?



Buongiorno, cari lettori.

Tra una settimana, dal 26 al 29 gennaio, avrà inizio l'appuntamento della Capitale con l'Altamoda e Fashion Break, come sempre, sarà lì per voi a curiosare sulle novità più glamour o più trash delle sfilate. 
Il Complesso di S.Spirito in Sassia, come prevedibile, si conferma anche quest'anno la location ufficiale del catwalk di AltaRoma AltaModa e accoglierà stilisti fedelissimi tra cui Balestra, Mahfouz, Gattinoni, Curiel, Nino Lettieri , Camillo Bona, Curti, Molaro, i tre stilisti di Made in Who Is On Next: Marco Bologna, San Andrea Milano e Suzanne Susceptile e la guest designer Stella Jean da cui mi aspetto una collezione suprema, come il suo inconfondibile stile.

E non dimentichiamo gli Special Project che da sempre rappresentano il terreno più fertile per vere innovazioni 'meta-modaiole' di questo attesissimo Fashion Show: Room Service, Lodental, Elsa Shocking, Limited/Unlimited, Bespoke Tour, Be Blue Be Balestra. 
Per ci volesse spulciare  il calendario (ancora provvisorio) di Altaroma, ecco il link:
http://www.altaroma.it/dati/Utente/Gennaio2013/Calendario_Gen2013.pdf


Pertanto, miei fedeli ed arguti lettori, restate sintonizzati su questo blog e non perdetevi il mio reportage su questo evento dell' Haute Couture di cui io, con cura, vi svelerò il 'bello, il brutto e il cattivo'! 

Annalisa Sofia Parente