lunedì 4 febbraio 2013

NINO SPIRLI': diario di un 'indelicato'



Cari lettori, Fashion Break non è mai stato un blog esclusivamente di moda: ho sempre profanato l'autorità del fashion con innesti di arte, letteratura, musica e attualità, anche.
Oggi pertanto vi propongo un 'fashion art break' di grande intimità durante il quale potrete conoscere una mente, un cuore e una lingua fuori dal comune che sicuramente non vi lasceranno indifferenti o annoiati.
Essi appartengono al Signor Nino Spirlì che io amo definire il 'Signor Nonsolo': non solo scrittore audace, non solo comico di talento, non solo autore di format Tv e soggetti televisivi. 
Eclettico, imprevedibile, sfacciato  e soprattutto LIBERO, oggi Nino Spirlì si concede a Fashion Art Break semplicemente (per modo di dire) come Nino Spirlì, non risparmiandoci nulla della sua prorompente biografia...


Signor Nino Spirli, a cosa si stava preparando il tuo paese natìo di Taurianova quel 13 luglio 1961?
A veder nascere un uomo forte, leale, onesto, coraggioso. Un creativo. Visionario quanto basta, Sognatore per DNA. A volte, perfido, ma fondamentalmente alla ricerca della bontà. Solidale con chi ha bisogno, duro e freddo con gli approfittatori. Un uomo che cammina, sa camminare, insegna a camminare. La mèta... Beh, quella cambia ad ogni passo...

Se dovessi categorizzare da lettore la storia della tua vita , quale genere letterario le attribuiresti?

Un romanzo tragironico. O, meglio, una Commedia tragironica. Nella quale ogni scena, ogni atto, raccontino spietatamente le altalenanti vicende umane di un ricchione metropolitano, dall'animo provinciale. Amen.

Quali sono i personaggi/protagonisti della tua biografia?
Beh, la scrivo in prima persona; dunque, io, mio padre, che è stato e resta il mio Enorme Amore, Manuel, il Compagno che oggi mi è Figlio, la Grande Complice che è mia madre. E ci aggiungerei qualche amante di quelli che mi hanno deluso: per controbilanciare.

Se dovessi lasciare solo una voce nella sezione 'esperienze lavorative' del tuo interminabile curriculum vitae, quale lasceresti?
Artista. Che le racchiude tutte e le nobilita. Sono Attore per natura, Regista per bravura, Autore per necessità e Scrittore per destino. Una sorta di Cammino forzato nell'Arte. Non so scegliere: tante facce del medesimo cristallo.


Nel 1996 hai diretto in teatro 'L'uomo dal fiore in bocca' di Pirandello. L'opera si snoda sul dialogo tra un uomo assetato di carpire i misteri della vita che sa di morire e un uomo qualsiasi, banale. 
Cosa temi di più: la morte o la banalità?
Nessuna delle due. La morte è il fine per cui sono qui. Nasciamo tutti per morire: l'importante è saperlo e ricordarselo. Molti non lo ricordano e vivono e muoiono male; penso, per esempio, a coloro che pensando di farmi piegare la schiena, mi hanno lasciato in passato senza lavoro e, oggi, stanno morendo del loro lavoro, che ha fatto piegar loro la schiena davanti a gente più potente o anche solo al vile denaro. Per la banalità... Beh, c'è sempre un angolo decoroso, nella nostra vita, per questa sana virtù. A volte, la banalità aiuta a sopravvivere. Il problema si pone quando la banalità diventa regina del tutto, più che signora degli angoli...

Ti dichiari un TUTTOSESSUALE. Le tue audacia e sicurezza nell'affrontare la tua identità sessuale sono delle formule per esorcizzare la grettezza e l'  insofferenza dell'omofobia altrui?
Mi dichiaro tuttosessuale, sapendo che la quota societaria della parte etero è in nettissima minoranza. Ma mi annoiano le categorizzazioni e, dunque, lascio alla casualità la possibilità che qualcosa di diverso possa sempre accadere. Così mi salvo dall'essere scontato e leggibile a priori. Fermo restando che lo status attuale di Vecchia Checca Nazionale mi piace moltissimo. 

Nel novembre del 2011 hai concepito il  'Diario di una vecchia Checca' (Minerva edizioni), un libro scandaloso, vero e drammatico che ricorda 'I miei primi 40 anni' in versione omosessuale. Puoi mettere in ordine crescente per 'necessità semantica' le tre parole principali che compongono il titolo del libro: diario, vecchia, checca?

Le lascerei nell'ordine in cui le trovi nel titolo. Diario, la terrei al primo posto, perché indica il racconto "giornaliero", ordinario, di una vita. La mia vita: quella di una Vecchia - perché il ricchione invecchia prima, o, meglio, "passa" prima: un ricchione più anziano ha già consegnato la sua freschezza alla sua Storia... - Checca: termine autoironico che mi "centra" nel carattere.





L' autoironia, tua innegabile virtù e irresistibile vizio, spesso è usata per combattere il tumore della crudeltà altrui. Per te è un trattamento palliativo o curativo?
E' un trattamento di bellezza, dunque vitale ed inutile allo stesso tempo. L'autoironia è il mezzo di locomozione che mi aiuta a spostarmi su strade accidentate dalla stupidità altrui e dalle mie personali necessità. E viceversa. Mettersi in esame e trovarsi anche ridicoli, oltre che seri, aiuta, secondo me, a trovare le soluzioni più nobili e rapide alle grandi provocazioni dell'esistenza. Come dire: Non soffri, se non ti senti malato!

Hai avuto la fortuna di vivere e poi rivivere nella scrittura del tuo 'Diario'.
Ti è mai venuta l'irresistibile tentazione di cambiare, omettere, edulcorare o aggiungervi qualcosa?
No, mai! Non mi sono salvato, né ho salvato. Sono sempre più convinto che chi vive una scelta, deve avere il coraggio, i coglioni, per saperla dichiarare. Al di là delle aspettative e dei giudizi degli altri. Chi mi ha vissuto o mi vive a fianco non può sperare di essere considerato "un amico". Gli amici sono facilmente riconoscibili. Come gli amanti. Io chiamo Amico, l'Amico. E Amante, l'Amante. Cambiare, omettere o edulcorare avrebbe offeso i miei sentimenti. E i loro. 

Un 'diario' quando smette di essere biografia per diventare altro ?
Il DIARIO non è mai nato come "romanzo": lo è diventato per necessità editoriale. In realtà è il racconto di una vita vissuta. Di giorni "penati". Di sentimenti vissuti. In questa veste, ha ripreso subito la forma di chiacchierata con i suoi lettori. Che mi fermano per strada, mi contattano su Fb e non solo. Il Diario ha già i suoi primi risultati: i coming out dei ragazzi che lo hanno preso come vademecum. E non solo i ragazzi. Lo speravo. Ma temevo che rimanesse mera speranza. Non è così: sta accadendo. E questo mi piace. Gli unici silenzi li ricevo dalle tv nazionali. Dai programmi dove sono necessarie solo le presenze dei FROCI NAZIONALPOPOLARI , quelli che non spaventeranno mai per la loro normalità. La finzione televisiva ha bisogno di froci riconoscibili per la loro esasperazione: cosicché si possa continuare a dire "Vedete? Sono diversi da noi, ma noi li facciamo parlare, Quasi..."



Quali sono i 'frocinazionalpopolari' cui ti riferisci?
Li riconosci subito! Sono quelli che sciamano da un programma all'altro; sono evidentemente ricchioni, ma non lo dicono quasi mai. O, se lo dicono, lo cinguettano fra lazzi e frizzi. Aldo Busi non lo è, ma, infatti, Busi non lo vogliono più. E' troppo scomodo. Invece ne vediamo a chili, a quintali: mesciati, ingellati, con le sopracciglia ad ala di rondine, figli dei reality, effeminati, passivi o bugiardi. Noi froci normali non sediamo su quelle poltrone, perché diciamo verità scomode. Parliamo di vera normalità, e pesiamo!

Come si pone un visionario e sognatore come te rispetto ai limiti e ai drammi della società contemporanea?
Dopo trent'anni di assenza forzata, torno nella mia Adorata Calabria con in mano e nel cuore un progetto sociale. L'ho chiamato MafiaNò, perché ci credo! Credo che la Mafia, oltre che una società di malaffare, dell'eliminazione della quale si deve occupare lo Stato, sia un atteggiamento. Un modo di pensare e di essere e, come tale, possa cambiare ed essere cambiato. MafiaNò si propone, con la partecipazione dei Singoli, delle Associazioni Culturali Illuminate, e delle Istituzioni, di proporre il lavoro di giovani artisti alla comunità nazionale e internazionale. Giovani artisti che, da soli, sul territorio avranno sempre difficoltà a farsi sentire e apprezzare. Noi "anziani" abbiamo l'obbligo di affiancarli, sostenerli e spronarli, senza sopraffarli e abbandonando ogni tentazione di educarli. I giovani sanno! Molto! Hanno solo, forse, bisogno di compagnia. Ecco, MafiaNò è un progetto di compagnia. Leale e Nobile.


Una domanda sul fashion: i tuoi look o sono molto eccentrici( camicie a fantasia, jeans con ricami, pelliccia e pochette) oppure essenziali e, direi quasi borghesi (pulloverino e jeans)... quanto e quando ti piace essere checca negli eventi mondani ?
Sempre. Ma non solo negli eventi mondani. Impasto la pizza con gli anelli al dito e i bracciali che si imbrattano di farina e lievito. E quando, a volte, mi vedi vestito "alla borghese", è la volta che mi metto in maschera... Come farei, lontano dalle mie sciallesse e dai miei ventagli? Passerei inverni ed estati tristissimi. Come rinunciare al mio zaffiro all'anulare? O al bracciale che condivido con una Persona Cara?

Cosa direbbe una vecchia checca perfida ad una blogger che l'ha importunata con 12 domande ?
<<Tesoro, sono stanca morta: mi hai fatto pensare e non è lavoro per me. Adesso volo in vasca a fare l'idro, poi corro in bouty a ritirare un jeans pazzesco e, stase, mi godo un Ape con un figo della mad... >>
Invece, la Vecchia Checca Nino ti ringrazia per l'ennesima dimostrazione d'affetto e di amicizia, "vola" a preparare le prossime presentazioni del Diario, poi porta i cani al parco, prepara la cena per la mamma e si gode la natìa Taurianova, che ama per la sua semplicità.



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