Carissimi lettori,
sono reduce orgogliosissima di una maratona d'arte al Macro
Museum di Roma dove ieri sera sono state inaugurate due mostre di
straordinaria ispirazione.
Una di queste è quella dedicata a Vasco Bendini (Bologna,
1922), uno dei pionieri dell’informale italiano, di cui ci viene
presentata una selezione di opere realizzate in soli due anni:1966 e 1967,
cruciali per l’arte italiana e per il percorso dell’artista: Come è (1966), La
Scatola U (1966), il dittico del 1967Quadro per Momi (La mano),
il trittico La mano di Vasco (1967) e Cabina solare (1967).
Proprio nel 1966 infatti l'artista cercò di raccontare la
propria vicenda esistenziale uscendo dai limiti della tela e portando
avanti con ludica ironia una riflessione purificatrice sui mezzi, sugli
strumenti e sulle potenzialità della pittura messi a nudo in molte opere di
quel periodo: la tela, il telaio, i guanti di plastica e le spatole.
Di queste opere riporto quelle che mi hanno più
conquistata: “La Scatola U”, ovvero il punto zero di questo
ascetico mettersi a nudo tramite gli oggetti quotidiani, la cui emblematica e
familiare banalità è testimoniata proprio dalla scatola con la scritta UNIOM,
relativa ad una stufa a cherosene e “Quadro per Momi”che si
apre come un libro pur conservando la memoria della presenza del quadro ed è
l’aspirazione al dialogo fra le mani dell’artista e quelle del critico, con
chiaro riferimento al rapporto intellettuale che legava Bendini a Francesco
Arcangeli, soprannominato Momi.
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La Scatola U |
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Quadro per Momi |
Come afferma Gabriele Simongini chi entra in contatto con
queste opere non è coinvolto in un “happening”, ma è sottoposto ad
un’azione di choc, ad una reazione di scontro, di ripulsa e di raptus,
di giudizio infine". Esattamente quello che ho provato io.
Come già vi ho anticipato, ieri sera al MACRO è
stata inaugurata anche la mostra FOTO DI GRUPPO. Galleria Pieroni,
Zerynthia, RAM: 1970-2013, dedicata alla vicenda della Galleria
Pieroni e alle sue successive metamorfosi negli spazi e nelle
iniziative di Zerynthia e RAM radioartemobile.
L’esposizione, attraverso una selezione di opere
significative di più di cinquanta artisti contemporanei e decine
di documenti perlopiù inediti – disegni, fotografie, pubblicazioni,
registrazioni audio e video –, ricostruisce criticamente l’intero arco
dell’attività di una delle presenze più originali e significative nel panorama
dell’arte più recente. Trattasi dell’attività di Mario
Pieroni e Dora Stiefelmeier che dal 1970
a oggi, rappresenta un punto di riferimento per la comunità artistica
italiana e internazionale.
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'Rosso di Carla Accardi, vernice su sicofoil del 1974 |
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A Stone Bra for the Versus de Milo' di Jimmie Durham del 1998 |
Anche di queste opere in mostra vi posterò quelle che mi
hanno trattenuta per più tempo a pensare, a riflettere e, perchè no, anche a
divertirmi, corroborando la mia tesi secondo la quale se anche la #modabella si
affacciasse di più al panorama artistico passato o contemporaneo, potrebbe
proporre elementi finalmente di grande calore concettuale, oltre che estetico,
senza ridursi a banali imitazioni idolatriche di miti del passato o
estemporanee e vuote ricerche dello 'stupore a tutti i costi'.
Se sono riuscita ad incuriosirvi almeno un po' avete tempo
fino al 5 maggio per dedicarvi del tempo prezioso con una di queste mostre al
Macro di Via Nizza.
Art is fashion, più di un paio di scarpe
omologanti all'ultima moda!
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