venerdì 25 gennaio 2013

'Fashion&Chips' di Giampaolo Atzeni: la Donna, L'Eros e le suggestioni di un travolgente Pop Metafisico


 

Buongiorno, cari lettori!
Oggi voglio palarvi di  Fashion e Chips, la mostra d'arte di Giampaolo Atzeni, inaugurata ieri al Margutta RistorArte che la accoglierà fino al 17 Febbraio 2013. 
Questa mostra è un' indagine estetica tradotta in arte, un Pop metafisico in cui elementi classici si vestono di esotismo in un elegante surrealismo che fa dichiaratamente il verso alla Pop Art, avendo come maestri di riferimento Klee, Kandinski eMatisse. 
Il figurativo di Atzeni ha origine nello studio del puro colore e delle forme astratte. Sono le campiture compatte, spalmate uniformemente sia sugli sfondi sia sugli elementi in primo piano, che fanno da prime protagoniste. Colori uniformi che catturano e distendono lo sguardo ancor prima delle forme rassicuranti e giocosamente enigmatiche di un ambiente ordinato e familiarmente esotico, che stranamente mette il visitatore a proprio agio. E familiari, anzi fashion, sono i cicli pittorici su cui Atzeni ama intrattenersi.

'Poltrone labbra' che accolgono lo strascico di un abito pitonesco poco coprente di una signora dalla testa corona ne Il Bacio. L’architetto è visto come una dea Kalì dalle molte braccia, molte gambe, molte bocche, e dagli arti interscambiabili. Poi borse, compassi, forbici, scarpe, formano nell’insieme una geografia variegata dell’accessorio, oggetto spesso parzialmente antropomorfo.
Sono quadri, questi, pregni di simbologie decorative da leggere come un rebus.
Atzeni è sempre in viaggio e gli elementi che caratterizzano gli scenari architettonici o paesaggistici delle sue opere, sono oggetti che abitano indifferentemente dentro e fuori. Cupole che fanno da soprammobili - come ne La grande abbuffata, omaggio al film cult di Marco Ferreri – o navi che approdano su mari avventurosi ma casalinghi di tappeti prolifici di pesci – come ne Il viaggio di Ulisse. È una pittura che ambisce a sconfinare oltre lo spazio circoscritto delle tele che per la maggior parte non vogliono essere chiuse da cornice.



Atzeni offre un ruolo di primo piano ai propri amuleti dell’immaginario. Il pesce, ad esempio, è un simbolo onnipresente. È la citazione dei pesci rossi di Matisse, ma al contempo un richiamo all’eros, se non ad una dimensione sacra che si ossigena con quella profana, in un intreccio dalle valenze simboliche senza rumore. Una convivenza pacata e agiata nella raffigurazione di un mondo d’indagine creativa ludico, lussuoso e necessariamente distaccato.
L’ispirazione stessa dichiaratamente afferma il proprio diritto a ritagliarsi un proprio spazio/tempo. Essa è rappresentata da un altro elemento reiterato con dolce prepotenza in ogni opera: la spina libera, pronta ad essere inserita ma in questo frangente volutamente staccata. La valenza è quella di un avviso: preparatevi al viaggio, sciogliete le catene, lasciatevi trasportare, abbiate rispetto per la libertà creativa che non vuole confini tra esterno ed interno, che fa dialogare mondi e stili differenti in armonia.
Del ciclo pittorico dedicato ad Eva, in mostra vi è Eva mangia la mela. Le opere di Atzeni sono abitate da un universo femminile. Atzeni ama le donne e ama la componente femminile da cui fiorisce la sua creatività. Eva mangiando la mela si affranca dal rischio di un eterno ruolo di giardiniera dell’Eden. Le suggestioni dell’Eden perduto se le porta dentro. Queste attecchiscono nell’anima producendo curiosità, voglia di conoscenza, desiderio di varcare sempre altri confini, nonché il piacere.

A tutti i miei lettori che non subiscono la moda ma la ricercano nelle variegate espressioni artistiche consolidate nella tradizione o d'avanguardia, consiglio di passare al Margutta RistorArte... Per avere l'occasione di conoscere questo nome promettente dell'arte e magari assaporando un impeccabile Green Aperitif  del Margutta!

Ovviamente aspetto i vostri commenti sulla mostra!






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